Marechiare: Salvatore di Giacomo e le sue donne
SALVATORE DI GIACOMO E LE SUE DONNE
Lui amava l’idea dell’amore, la bellezza dell’attesa, il fremito di un sentimento sospeso. Ma l’amore vissuto,
quello concreto, quello che si sporca le mani con la vita quotidiana, quello forse gli faceva paura.
Stammo a ‘na tavulella
Tutt’’e dduie. Chiano chiano
S’allonga ‘na manella
e m’accarezza ‘a mano…
Ma ‘o bbì ca dint’’o piatto
se fa fredda ‘a frettata?…
Comme me so’ distratto!
Comme te si’ ‘ncantata!…
Elisa Avigliano (Nocera Inferiore (SA), 13 ottobre 1879 – Napoli, 15 giugno 1962 )
Hèlene Bacaloglu-Densunsianu - (Bucarest 19 dicembre 1878- 25novembre 1947) .
Olga Ossani, in arte Febea (Roma 24 maggio 1857- 11 febbraio 1933)
Anne Charlotte Leffler - (Stoccolma, 1 ottobre 1849 – Napoli , 21 ottobre 1892)
Vittoria Aganoor Pompilj (Padova, 26 maggio 1855- Roma, 8 maggio 1910)
Salvatore seduto alla sua scrivania lasciò cadere i fogli sul tavolo e si massaggiò le tempie. Le donne della
sua vita gli parlavano ancora, anche attraverso la carta ingiallita e l’inchiostro ormai sbiadito. Erano tutte lì,
nei suoi versi, nelle sue canzoni, nelle notti insonni passate a scrivere sotto la luce fioca della lampada.
Si alzò, aprì la finestra e lasciò che il vento portasse via un po’ di quella carta. Forse era giusto così. Alcune
parole dovevano restare, altre dovevano volare via. Come certi amori, come certi ricordi, come la vita stessa.
Progetto Marechiare a cura di Ciro Daniele
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